Rencontre avec Roberta Mirabile, photographe de rink hockey italienne

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Interview

Bonjour Roberta, y a-t-il une équipe de rink hockey que tu aimes photographier en particulier ? Pourquoi ?

Oui, je suis l’équipe d’Amatori Lodi parce que c’est l’équipe de ma ville. J’aimerais suivre l’Equipe d’Italie.

D’où vient ta passion pour le rink hockey et qu’est-ce qui te motive à photographier ce sport ?

Ma passion pour le rink hockey est née à Lodi, dans la vieille salle de Revellino en 1985, quand j’avais 14 ans et j’ai vu mon premier match : Lodi-Vercelli. Depuis ce jour-là c’est l’amour !
Plus tard, en 2010, pour le match Lodi-Pordenone, par un coup du sort, je me suis retrouvée sur au bord du terrain avec mon inséparable appareil photo. Mes photos ont été appréciées et je suis toujours là.

Qu’est-ce qui te plait dans ce sport ?

J’aime la passion des joueurs, de ceux qui suivent et de ceux qui prennent des photos. J’aime rencontrer des amis qui ont la même passion, partout en Italie et dans le monde.

Certaines photos ont-elles une signification particulière pour toi par les émotions qu’elles te rappellent ?

Oui, il y a des photos que sont pour moi des souvenirs inoubliables et me rappellent émotions uniques et indescriptibles. L’une d’elles est celle de l’équipe de Lodi à Valdagno, après une défaite face à l’équipe locale, pendant la finale du Supercoppa Italiana 2012 ; les joueurs sont déprimés et derrière eux, on voit le mur rouge et jaune des supporters de Lodi qui applaudissent. C’est surréaliste.

La deuxième c’est une photo de la saison 2015-2016 : un câlin de Paolo De Rinaldis et Francesco De Rinaldis. Celle d’un père entraîneur à son fils joueur. Ils sont émus après la qualification de Lodi en finale du championnat italien, la première fois depuis 35 ans. Très émouvant.

Quelle a été ta plus grande satisfaction depuis que tu as commencé à photographier du rink hockey ?

J’ai eu beaucoup de satisfactions, pas économiques, mais personelles.
Je suis ravie quand un jeune fils me demande une photo, quand un joueur me remercie pour un cliché. J’ai eu la chance d’avoir mes photos sur « La Gazzetta dello Sport », un quotidien sportif. Mais ma plus grande émotion a été de voir un photo-livre que j’avais imprimé pour un joueur avec ses photos, les plus belles, sur une table de son café. Des clients le feuillettait comme si c’était un magazine.

Tu as une technique ou tu aimes photographier quelque chose en particulier ?

Je n’ai pas une technique particulière parce que je ne suis pas une photographe professionnelle. Pour cette raison mes photos ne sont pas impeccables. Je cherche remédier au manque de technique par la passion. J’aime photographier les visages des joueurs.

Est-ce que tu en ferais un métier ?

Malheureusement ce n’est pas mon travail ! Je pense que j’aimerais bien mais je dois encore apprendre et m’améliorer.

Comment concilies-tu le temps passé entre cette passion et celui consacré à ton travail et à ta famille ?

Les photos de rink hockey sont ma passion, mon instant de vie. Malheureusement j’ai une situation familiale difficile et très éprouvante, mais je fais de mon mieux pour être là sur la piste à l’occasion de chaque match. C’est la même passion que me donne la force de faire des sacrifices, économiques aussi, de renoncer à la détente.

« Quand je prends des photos de rink hockey, je me sens libre et vivante ! »

Grazie Roberta !

Version italienne

C’è una squadra che segui maggiormente? Perché?

Seguo maggiormente l’Amatori Lodi perché é la squadra della mia città. Subito dopo la Nazionale Italiana.

Da dove nasce questa tua passione per l’hockey pista e quali sono i motivi per cui hai deciso di fotografare questo sport?

La passione per l’hockey pista nasce a Lodi, nel vecchio palazzetto Revellino nel 1985, quando da quattordicenne ho visto la mia prima partita: Lodi-Vercelli. Da lì amore a prima vista. Poi dal 2010 (Lodi-Pordenone), per uno strano caso del destino mi sono ritrovata con la mia inseparabile fotocamera a bordo pista. Le mie foto sono piaciute è da allora sono sempre lì alla balaustra!

Che cosa ti piace in particolare di questo sport?

Di questo sport mi piace la passione che hanno in comune le persone che lo praticano, quelle che lo seguono e quelle che lo fotografano. Amo il ritrovare amici con la stessa passione in ogni angolo di Italia e del mondo.

Ci sono delle foto che per te hanno un significato particolare per le emozioni che ti ricordano?

Ci sono alcune foto che sono per me ricordi indelebili e mi ricordano emozioni uniche ed indescrivibili:
Una rappresenta la squadra del Lodi, a Valdagno, sconfitta dai padroni di casa alla finale di Supercoppa 2012: ragazzi avviliti davanti un muro giallorosso di appassionati che avevano seguito la squadra in trasferta. Da brividi.
La seconda è un abbraccio tra padre e figlio: Paolo e Francesco De Rinaldis che sono stati rispettivamente allenatore e giocatore del Lodi nella stagione 2015-2016. I due si sono lasciati andare in un abbraccio commosso al termine di una gara che sanciva l’accesso del Lodi alla finale scudetto dopo 35 anni. Molto emozionante.

Qual è la più bella soddisfazione che hai avuto da quando fotografi il mondo dell’hockey pista?

Soddisfazioni ne ho avute davvero tante e non parlo a livello economico, ma personale. Mi emoziona tantissimo quando un bambino mi chiede una foto con il suo idolo, o quando un giocatore mi ringrazia per uno scatto. Ho avuto la fortuna di vedere alcune mie foto pubblicate sulla Gazzetta dello Sport e devo dire che è una bella soddisfazione.
Ma quella più grande è stata sicuramente quella d vedere un fotolibro che avevo stampato per un giocatore del Lodi con le sue foto più belle, appoggiato su un tavolino del suo bar. Il libro era lì con i quotidiani e i clienti lo sfogliavano come se fosse una rivista facendo i complimenti a lui come giocatore e a me come fotografa.

Hai una tua tecnica o ami fotografare qualcosa in particolare?

Non ho una tecnica particolare perché non sono un fotografo professionista, proprio per questo le mie foto non sono certo impeccabili tecnicamente. Cerco di sopperire alle carenze tecniche con la passione che metto in quel che faccio e la passione per l’hockey pista. Il risultato è che amo fotografare i volti dei giocatori o riprenderli in pose particolari, che possano suscitare emozione.

Potrebbe essere questo il tuo mestiere in un prossimo futuro? (se già non lo è)
Purtroppo questo non è il mio mestiere… magari lo fosse! Mi piacerebbe tantissimo, ma ho ancora molto da imparare!

Come riesci a gestire il tuo tempo tra questa tua passione e il tempo che dedichi al tuo lavoro e alla famiglia?

Questa è la mia passione, il mio attimo di « vita ». Ho purtroppo una situazione famigliare difficile e molto stressante, ma ce la metto tutta pur di essere a bordo pista durante una partita. Proprio perché vivo di questa passione, è lei stessa che mi dà la forza di fare sacrifici, anche economici, di rinunciare ad ore di sonno o momenti di relax. Hockey e foto mi fanno distogliere l’attenzione dai problemi e dalla routine quotidiana.

« Quando scatto a bordo pista mi sento viva e libera. »

Grazie Roberta !

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